Le ragioni per iniziare (o riprendere) la terapia sono varie quanto la diversità umana. Semplicemente non ce ne sono di cattive e indipendentemente dall’età, dalla condizione, dal sesso o dalla religione, un percorso terapeutico può essere benefico.
Può venire da una consapevolezza, da un bisogno di trovare risposte o di riparare una parte di noi, di migliorare la comunicazione o di ritrovare il senso dello stare insieme… può anche venire dal richiamo ad alimentare una dimensione profonda che finora non è riuscita a sbocciare.
Concretamente, i problemi che portano alla consultazione sono di natura diversa:
- Diventare consapevoli del proprio modo di operare e sfruttare al meglio i propri punti di forza e le proprie debolezze
- Porre fine a meccanismi di auto-sabotaggio
- (Ri) trovare un atteggiamento benevolo nei propri confronti
- Comprendere le ragioni più profonde del proprio stress e liberarsi da esso
- (Re) imparare a comunicare
- Alimentare la motivazione per superare i propri limiti
- Uscire dai conflitti cronici (in coppia, in famiglia, al lavoro)
- Porre fine ai modelli di vita ripetitivi e dolorosi
- Essere accompagnati durante un percorso di procreazione medicalmente assistita
- Sviluppare o riguadagnare fiducia e autostima
- Migliorare l’assertività e la capacità decisionale
- Elaborare decisioni importanti
- Vivere al meglio transizioni maggiori (espatrio, pensione, gravidanza, …)
- Gestire le differenze coniugali per una soluzione duratura della crisi
- Sostenere i diversi aspetti del lutto (anche perinatale)